La pianta di canapa produce oltre cento composti chimici noti come cannabinoidi, che interagiscono con il sistema endocannabinoide del nostro corpo. I cannabinoidi sono sostanze naturali che si legano ai recettori del nostro organismo e producono effetti fisiologici specifici. Tra i cannabinoidi più diffusi nella cannabis, troviamo il cannabidiolo (CBD) e il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC). Vediamo in questo articolo le loro funzioni e le differenze.

THC (delta-9-tetraidrocannabinolo)

Il THC è uno dei principali composti chimici presenti nella pianta di cannabis. È un composto lipofilo, come tutti i cannabinoidi, una proprietà chimica importante perché gli consente di attraversare facilmente la barriera emato-encefalica, raggiungere il sistema nervoso centrale e interagire con i recettori cannabinoidi presenti. È riconosciuto come uno dei cannabinoidi più significativo dal punto di vista terapeutico. Viene utilizzato per il trattamento di disturbi legati al glaucoma, alla sclerosi multipla, al cancro e alla sindrome di Tourette per le sue proprietà analgesiche, antiossidanti, antinfiammatorie, antiemetiche ed euforizzanti.

CBD (cannabidiolo)

Il CBD interagisce con il sistema endocannabinoide in modo complesso, ma in generale si ritiene che agisca come un modulatore allosterico dei recettori cannabinoidi, cioè che influenzi il loro funzionamento senza attivarli direttamente. Può interagire anche con altri recettori e vie biologiche, come quelli per la serotonina e il GABA, che sono coinvolti nella regolazione dell'ansia e dello stress. Le funzioni e i benefici del CBD per la salute sono molteplici e vanno dalle proprietà analgesiche e antiinfiammatorie, al miglioramento del sonno, alla riduzione dell'ansia e dello stress, fino alle proprietà neuroprotettive e anticonvulsivanti.

In particolare, il CBD è stato oggetto di numerosi studi per il trattamento dell'epilessia e un preparato a base di CBD (Epidiolex) è stato recentemente approvato dalla FDA (Food and Drug Administration) per il trattamento della sindrome di Dravet e della sindrome di Lennox-Gastaut, due forme rare di epilessia refrattaria ai trattamenti convenzionali. Proprio per le evidenze emerse nel corso degli anni, il CBD – in associazione con il THC - è indicato anche per il trattamento di diverse patologie, tra cui la sclerosi multipla, il dolore cronico, l'infiammazione, l'acne e il disturbo da stress post-traumatico (PTSD). Recenti studi scientifici hanno evidenziato che le proprietà antinfiammatorie e miorilassanti del CBD trova razionale d’utilizzo anche in ambito fisioterapico che ginecologico.

CBG (cannabigerolo)

È un altro composto chimico presente nella pianta di cannabis, appartenente alla famiglia dei cannabinoidi. Come il CBD e il THC, il CBG si forma a partire dal cannabigerovarinico (CBGV), un precursore comune a diversi cannabinoidi. Il CBG è stato oggetto di numerosi studi negli ultimi anni che hanno evidenziato diverse proprietà benefiche per la salute. In particolare, si ritiene che il CBG abbia proprietà anti-infiammatorie, analgesiche, neuroprotettive e antiossidanti; può inoltre avere un ruolo nella regolazione dell'appetito e della funzione intestinale. Tuttavia, è importante ricordare che le proprietà terapeutiche del CBG non sono ancora state confermate, sono ancora oggetto di studio e a oggi non è una materia prima di grado farmaceutico.

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